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Nelson Mandela un'eredità

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Sarà l’economista camerunense e organizzatore degli Stati generali degli Immigrati in Italia Otto Bitjoka che parlerà su “Nelson Mandela. Una eredità” venerdì 18, ore 18.00, presso il nostro Centro.

Ancora oggi, Nelson Mandela (1918-2013) continua a rappresentare, una voce autorevole e ferma contro ogni forma di discriminazione e contro ogni espressione di violenza.
La sua coerenza politica e morale – che, da Presidente del Sudafrica, lo porterà a includere nel governo anche una rappresentanza bianca del razzista National Party – è frutto del suo essere un credente: evangelico metodista, studiò in quelle scuole, frequentò quella Chiesa, e mai si allontanò dalla sua fede («Non ho mai abbandonate le mie credenze cristiane»). In non poche occasioni espresse il proprio debito nei confronti della sua Chiesa; la prima tappa in Europa lo portò a Ginevra, presso il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec).

Il brevissimo discorso di insediamento da Presidente del Sudafrica (10 maggio 1994) è un esempio epocale di coesistenza pacifica in quel Paese lacerato dall’apartheid: «È giunta l’ora di guarire le ferite. È arrivato il momento di colmare l’abisso che ci divide. È tempo di costruire. Che ci sia giustizia per tutti. Che ci sia pace per tutti. Che ci sia lavoro, pane, acqua e sale per tutti». E conclude con il canto di un inno evangelico, Dio benedica l’Africa.

È la sua ‘eredità’, questa, basata sui fondamentali della fede evangelica metodista. E in forza della quale – iniziativa senza precedenti nella storia – Nelson Mandela istituì una commissione speciale, il Tribunale per la verità e per la riconciliazione, presieduta non da un politico né da un giurista, bensì da un pastore, il vescovo anglicano Desmond Tutu. Entrambi, insieme al vicepresidente bianco Frederik de Klerk, Nobel per la pace.