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Infrangi l’apparenza - Raccontare la speranza in tempi di violenza

Viviamo in un tempo in cui le apparenze ingannano, le verità si semplificano e le parole autentiche sembrano smarrirsi. Eppure, nella Bibbia come nella storia, proprio in questi momenti affiora un linguaggio nascosto: parole resistenti, speranze dette sottovoce.

“Infrangi l’apparenza. Raccontare la speranza in tempi di violenza” è un progetto artistico-culturale che vuole riportare alla luce queste voci sommerse, facendole vibrare nel presente attraverso linguaggi narrativi, corporei e simbolici. Linguaggi capaci di toccare chi oggi cerca senso, libertà, speranza.

Il Centro Evangelico di Cultura di Sondrio, realtà protestante nata nel 1974 per custodire la memoria, pensare il presente e immaginare il futuro, promuove questa iniziativa. In un tempo di fratture, vogliamo spezzare le apparenze non per distruggere, ma per far emergere ciò che salva: la buona notizia dell'Evangelo che ci raggiunge in questo nostro tempo attraverso ogni tipo di ignoranza.

I destinatari del progetto

Ci rivolgiamo a chi crede nel valore della pace e la coltiva nonostante la violenza, a giovani, donne, credenti e non, a chi ha conosciuto il dolore e ora sente il bisogno di narrarlo. Ci rivolgiamo a chi è in ricerca di una comunità dell’ascolto.

I tre assi tematici

1. Parole tra le righe. Il potere dello hidden transcript
Ogni sistema di potere genera una narrazione ufficiale e una nascosta, resistente. Così gli afrobrasiliani trasformarono la capoeira in messaggio di libertà, come i martiri cristiani, gli ebrei in esilio o le vittime di violenza domestica di ogni epoca. Il progetto vuole ascoltare questi segni nascosti e trasformarli in parole visibili di speranza.

2. Resistenza, corpo e Costituzione
Durante l’occupazione nazifascista uomini e donne scelsero di resistere con corpi esposti e parole taciute. Da quella resistenza nacque la Costituzione, oggi a rischio di essere ridotta a testo morto. Vogliamo riattivarla come narrazione viva, capace di parlare ancora alle nuove generazioni.

3. La costruzione della violenza e la fragilità delle vittime
La violenza si costruisce nel tempo e nella narrazione. Il progetto prende avvio dalla strage valtellinese del 1620, quando centinaia di evangelici furono sterminati. Non solo memoria, ma ricerca: come nasce la violenza? Quali colpe e complicità la precedono? L’impegno è ascoltare le vittime e capire come hanno interpretato i loro vissuti in un ambiente mortifero.

Realizzazione

Il progetto si svilupperà in quattro anni (2026-2030) e userà linguaggi diversi: video, installazioni, eventi performativi, camminate di memoria, podcast, azioni simboliche. Vogliamo coinvolgere artisti, educatori, pensatori, performer, comunità. Già a dicembre l’influencer Greta Bianchi sarà testimonial all’evento di Natale e alla premiazione del bando Under 23.

Ogni asse avrà un laboratorio:

  • 2025-26, educazione all’ascolto di storie taciute (Natascia Micheli);

  • 2027-28, lettura dialettica della Costituzione (Emanuele Campagna);

  • 2026-27, passeggiate tra fonti letterarie e segni archeologici di speranza per una parte (Alessandro Andreotti).

Conclusione

Infrangere l’apparenza non è solo denuncia, ma cura: per le storie dimenticate, i corpi silenziati, le parole autentiche che cercano spazio. Il nostro tempo ha bisogno di simboli nuovi e linguaggi antichi, di una speranza resistente, fatta di ascolto, verità e immaginazione.

Il Centro Evangelico di Cultura invita a camminare insieme — artisti, pensatori, testimoni, giovani, credenti e non. Ogni gesto che infrange l’apparenza può diventare liberazione; ogni parola che resiste al silenzio può diventare parola di vita.

 

Sondrio, 10 settembre 2025
Emanuele Campagna, Direttore del CEC di Sondrio

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