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Origine del Centro Evangelico di Cultura

Nel febbraio del 1974 veniva inaugurato il Centro evangelico di cultura con una conferenza del prof. Paolo Ricca sul tema della Identità protestante. Sono passati tanti anni e tante sono state le iniziative di carattere culturale offerte alla città di Sondrio e alla sua provincia.

Perché un Centro evangelico di cultura? C’erano già altri Centri come il Rosselli e le iniziative culturali delle parrocchie cattoliche? Era un tentativo di far tornare nella Valle un’antica eresia che era stata espulsa dal 1620, una sorta di rivincita? Il pastore Scopacasa in occasione dell’inaugurazione aveva detto e scritto chiaramente: «L’apertura di un Centro evangelico di cultura nel capoluogo della Valtellina non nasconde – come forse qualcuno può pensare – propositi di proselitismo protestante. Essa non cela neppure meschini propositi di rivincita confessionale in questa zona che, nel XVII secolo, è stata teatro di una tremenda e sanguinosa repressione antiprotestante. Sia ben chiaro che per noi il passato è “passato” ed è unicamente sotto il giudizio e la grazia di Dio».

Alcuni cenni storici

Nel XVI secolo fino al 1620 la Valtellina contava circa quattromila evangelici; la città di Sondrio ne contava circa ottocento. Con il Capitolato di Milano del 1639 veniva deciso che in Valtellina non potevano risiedere permanentemente evangelici. Da quell’anno è scomparsa ogni presenza protestante nella Valle e quindi è scomparsa anche una cultura, non solo confessionale, diversa da quella egemone del cattolicesimo. Riteniamo che che quell’operazione costituì un impoverimento culturale della Valtellina.

Nell’ottocento sull’onda del Risorgimento italiano l’Italia ha conosciuto di nuovo la libera predicazione dell’evangelo e si sono costituite un po’ ovunque, dal nord al sud, diverse comunità evangeliche. Lo stesso è avvenuto in Valtellina: si è costituita una Comunità evangelica a Sondrio, che successivamente ha aderito alla Chiesa Metodista d’Italia.

Questa Comunità, che raccoglieva alcune famiglie sondriesi si riuniva per il culto in una minuscola saletta che non poteva raccogliere tutti i partecipanti e che, soprattutto, non permetteva di svolgere un minimo di attività culturale di un certo respiro. Questa comunità, che era legata alla Chiesa Metodista di Milano, veniva curata anche dai pastori delle Chiese riformate della Bregaglia e della Val Poschiavo. È in questa situazione che si pensava di cercare una sede più confacente per l’attività della comunità. Ed è proprio in quel periodo che L’Ente di aiuto protestante dei Grigioni, sotto la spinta del pastore Scopacasa, si impegnò ad acquistare la nuova sede in Via Malta.

Ed è in quel frangente che nacque l’idea di un Centro evangelico di cultura come attività principale. Ancora Scopacasa diceva il giorno dell’inaugurazione: «Il Centro nasce da una sentita esigenza di dialogo, di ricerca e di libero confronto sia tra gli stessi evangelici, sia con i cattolici che con altre forze culturali».

Finalità del Centro evangelico

Quindi il Centro si è mosso, fin dalla fondazione, in varie direzioni: nella direzione ecumenica; in questo campo abbiamo ascoltato varie voci del mondo cattolico, voci del mondo ortodosso, voci di esponenti del Movimento ecumenico internazionale. Abbiamo, nello spirito che ci ha sempre contraddistinto, dato spazio e possibilità a ogni voce libera che intendeva collaborare con il Centro. Abbiamo proposto lo studio e l’esame di argomenti di viva attualità, abbiamo favorito l’approfondimento dello studio critico della Bibbia in vista di una sua maggiore valorizzazione e diffusione, ci siamo messi all’ascolto di esponenti di altre religioni.

Non possiamo dimenticare l’importante convegno storico del 1989 dal titolo «Religione e società nei Grigioni: Valtellina e Valchiavenna tra ‘500 e ‘600» con la partecipazione dei maggiori storici italiani sull’argomento i cui atti sono stati pubblicati dalla editrice Franco Angeli di Milano. Inoltre ricordiamo anche la giornata di studio su «Conflitti confessionali all’epoca di Nicolò Rusca». Una rivisitazione storica per sottolineare, pur negli scontri violenti verbali e anche fisici, della ricchezza culturale che regnava nella nostra regione e che il Capitolato di Milano ha fatto morire per secoli.

Naturalmente abbiamo offerto la sede come luogo di incontro e di meditazione per la diaspora protestante valtellinese e per la comunità evangelica sondriese che da oltre venti anni si riuniva in una modesta saletta del rione Baiacca.
Per ultimo ci preme ricordare che la sala è sempre stata offerta a movimenti e iniziative culturale varie che non trovavano spazio in altre sedi.