Nella foto Georges Casalis e Giorgio Girardet al Centro ecumenico di Agape negli anni ‘80.
Un contestatore contestato
L’intransigenza che non lascia indifferenti
Chi essere, come agire?
Una vedova disse, commemorando il suo amore: «Una vita ricca e turbolenta, sempre in movimento. Un attento osservatore dei processi di liberazione, sempre vicino e solidale a tante donne e uomini di ogni parte del mondo» (Dorothée Thurneysen Casalis).
L'esempio di un testimone quale fu Georges Casalis, che visse il Vangelo con radicalità, mettendo in pratica l'esortazione di Helmut Gollwitzer: «Se non avrai costantemente sotto gli occhi il Salmo 63,3 – “La tua bontà vale più della vita” – non varrà la pena di fare studi di teologia».
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Casalis fu tra coloro che fecero della resistenza spirituale un atto di fede, contribuendo alle “Tesi di Pomeyrol”, con cui l’Église réformée de France si oppose al nazismo e al regime collaborazionista di Vichy.
Al centro della sua testimonianza vi era una ricerca continua di forme nuove e autentiche di impegno cristiano, sempre in dialogo con la realtà del tempo – che allora significava confrontarsi con la cultura marxista. Perché, come lui stesso affermava: “Il destino di tutti riguarda anche me”.
Il giorno di San Valentino alle 17:30 nei locali del Centro Evangelico di Cultura di Sondrio e sul nostro canale YouTube al link: Il contestatore contestato. Una nota biografica di ampio respiro del pastore Italo Pons su Gorges Casalis (1917-1987).
Casalis è stato una figura di “parte” nelle sue prese di posizioni e nella sua riflessione teologica. Senza dubbio un protagonista sulla scena del Novecento europeo e internazionale. «Un uomo scomodo. Ma ciò che conta non sono i risultati ma la testimonianza», scriveva di lui l’amico Giorgio Girardet.
Casalis, figlio di quel milieu protestante francese che tanta parte ebbe nell’opera missionaria, fu allievo di Barth a Basilea e fedele interprete della Dichiarazione di Barmen (1934), ri-tradotta nelle tesi di Pomeyrol (16-17 settembre 1941), delle quali Casalis fu uno dei firmatari. Si attiverà, senza esitazione, per la difesa degli ebrei e per una resistenza spirituale durante l’occupazione. Seguirà, al termine della guerra il compito di cappellano delle truppe alleate.
Gli appuntamenti di Casalis con la storia sono un susseguirsi di tappe ininterrotte, offrirà un accompagnamento spirituale ad alcuni criminali nazisti nel carcere di Spandau, tra i quali il prigioniero numero 7 Rudolf Hess (il fu delfino del Führer, morto suicida nel ’87 all’età di 93 anni).
Fine esegeta della Scrittura e predicatore della Parola fuori dal coro, artefice del progetto della traduzione ecumenica della Bibbia (nota come TOB). Poi il dialogo con il marxismo e la militanza nel PSU. Attento compagno di strada dei giovani contestatori nel ’68, l’eco di una sua predicazione alla radio nella Pentecoste del 1968 (“I cuori dei padri sono ricondotti verso i loro figli”, Luca 1,17) dividerà gli uditori.
Interprete europeo della teologia della liberazione, il teologo pratico della Facoltà di Parigi (dove insegna dal 1961 al 1982) guarderà all’America Latina come luogo di sperimentazione di un’utopia sociale e politica, nel segno della teologia della liberazione.
Arriverà tardi al grado accademico di “dottore”, ottenuto nel 1970 all’Università di Strasburgo. Al momento della sua morte, avvenuta in Nicaragua, si dirà sia stato sicuramente uno degli uomini più contestati e più contestatori del protestantesimo contemporaneo. «Era impegnato fino all’intransigenza anche nei confronti dei suoi amici più vicini. E, allo stesso tempo, non lasciava nessuno nell’indifferenza», secondo il pastore Pons.
Ascoltato e studiato in Italia, la sua influenza fu più ampia di quanto si pensa almeno su una parte del Protestantesimo di quel periodo. Che cosa può ancora dirci oggi questo teologo che amava guardare al mondo?
Italo Pons è pastore della Chiesa Evangelica Valdese, attualmente in servizio a Bergamo. Si è occupato di figure del protestantesimo tra Ottocento e Novecento. Dopo una lunga frequentazione degli scritti di Jaques Ellul (figura per alcuni versi tra le più critiche del pensiero di Casalis), sta lavorando a un saggio che abbraccia le opere di Georges Casalis e di Leonardo Sciascia, evidenziando il comune anticonformismo del loro pensiero.
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