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VOCE DI DONNE PER LA PACE

VOCE DI DONNE PER LA PACE

Nella foto sit-in di Donne per la pace in Piazza Garibaldi a Sondrio (foto di Federico Pollini)

 

VOCI DI DONNE PER LA PACE

Mercoledì prossimo, 1° ottobre, ore 20:30, in via Malta 16 o in streaming, Il Centro Evangelico di Cultura, nella sua sede sondriese, ospita una serata di dialogo sulla Palestina. Interverranno Caterina Pelosi sulla sua esperienza diretta in Cisgiordania, suor Veronica Maria sulla storia vissuta di Arkan (residente a Gaza City) e Marisa Gualzetti sulla sua esperienza di volontaria con e per gli ultimi.

Il CEC promuove questo evento con le Donne per la pace perché oggi più che mai è necessario ascoltare la voce di chi si adopera concretamente per la pace.

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Afferma Maria Pia Conca: «La nostra testimonianza è a disposizione della conferenza del 1° ottobre, organizzata dal Centro Evangelico di Cultura, sul tema Palestina e donne: voci, riflessioni e storie che allargano lo sguardo e rafforzano l’impegno comune per la pace. Sappiamo che se i nostri sit-in rimangono isolati non fermeranno i conflitti né scalfiranno i disegni di chi sta portando il mondo sull’orlo di una nuova catastrofe. Ma continueremo a esserci, perché crediamo che ogni guerra sia un crimine contro l’umanità».

Chi sono le Donne per la pace?

“Donne per la Pace” è un gruppo nato a Sondrio dall’urgenza di reagire alla violenza della guerra. Condividiamo la convinzione che sia necessario: arrivare a un cessate il fuoco come primo passo verso soluzioni politico-diplomatiche; fermare il riarmo e l’invio di armi; impedire i genocidi in atto; ripristinare i corridoi umanitari e il sostegno alle iniziative ONU per i profughi palestinesi; sostenere con interventi umanitari le popolazioni colpite.

Quando nasce?

In occasione dell’8 marzo 2024 ci siamo chieste come dare voce ai milioni di donne travolte dalla guerra. Le parole, però, non venivano. Ci accomunava soltanto un grido silenzioso, lontano eppure chiarissimo: “Cessate il fuoco”.

Cosa fanno di preciso?

Da allora, ogni sabato ci ritroviamo in una piazza di Sondrio per un sit-in silenzioso. Non facciamo discorsi, non cerchiamo lo scontro. Restiamo ferme, con i cartelli che compongono la frase “cessate il fuoco”. È un gesto semplice, accessibile a chiunque: non servono parole, basta esserci. È il nostro modo di “metterci la faccia”, individualmente e insieme, e di non normalizzare le guerre.

Quali sono le reazioni la vostra denuncia dalla cittadinanza?

Molti ci osservano: c’è chi applaude, chi scuote la testa, chi fotografa. Qualcuno ci riconosce e ci saluta. In ogni caso, il sit-in diventa per la città un segnale nuovo, una presenza che ricorda — settimana dopo settimana — i conflitti in corso. Per noi stesse è un esercizio di memoria e di resistenza, un modo per non anestetizzarci e per non dimenticare che la guerra non è mai lontana.

Emanuele Campagna

Emanuele Campagna


Collaboratore di Heidi Crameri - Responsabile del Centro Evangelico - e, attualmente, studente in teologia presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma

centro.evangelico.cultura.sondrio@gmail.com
 

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