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Anno costantiniano

Il 22 novembre alle ore 18, presso il nostro Centro – in concomitanza con le iniziative promosse nel corso del cosiddetto “Anno costantiniano” – avrà luogo la conferenza “313-2013. La svolta costantiniana”.

Ne parleranno Stefano D’Archino, pastore evangelico, e Sergio Ronchi, responsabile del Centro.

Una occasione per dibattere su questioni tuttora di piena attualità, per interrogarsi criticamente in merito a una storia non ancora passata e, altrettanto, per mettere a nudo luoghi comuni.

Quando si parla di Costantino, si passa senza mediazioni all’espressione “Chiesa costantiniana” nel senso di Chiesa privilegiata ovvero ricca in contrapposizione alla più evangelica Chiesa povera. La questione, però, è molto più complessa.

Altrettanto, si imputa al primo imperatore cristiano l’aver fatto del cristianesimo la religione di Stato. In realtà, ciò avvenne – quale conseguenza della politica religiosa costantiniana – in un secondo momento, sotto Teodosio I il Grande.

Non meno, la tolleranza religiosa. In effetti, di essa si può già parlare nel momento in cui Galerio riconobbe il fallimento della politica persecutoria anti-cristiana ed emise l’Editto di Nicomedia (30 aprile 311), dal quale emerge che i cristiani avrebbero potuto stare tranquilli.

Infine, il cosiddetto Editto di Milano (febbraio 313); cosiddetto, perché più esattamente si tratta di una lettera circolare redatta da Licinio e firmata anche da Costantino. La tolleranza qui espressa porterà a conseguenze tanto positive quanto discutibili.

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