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Partigiani cristiani o partigiani cattolici?

Partigiani cristiani o partigiani cattolici?

Sono grato alla Redazione del sito internet del Centro Evangelico di Cultura in Sondrio per la cordiale ospitalità a questo nostro lavoro. Inoltre, per la passione che nutro nella ricerca storica e nel suo metodo desidero esprimere parole di schietto ringraziamento sia per il prof. Giorgio Vecchio (mio docente negli anni della formazione) sia per l’attuale Decano della Facoltà Valdese di Teologia, Professor Lothar Vogel, conoscenza di alcuni anni - quest’ultimo - da quando cioè ho iniziato un Dottorato di ricerca storica apprendendo il metodo della ricerca storica. Da pensionato ho avuto il tempo di intraprendere ricerche sul 1943-1945, studiando su libri, riviste rare e documenti in diversi archivi, nonostante l’impegno di cura assegnatami dalla mia condizione di nonno.

Partigiani cristiani o partigiani cattolici?

Il presente contributo si inserisce in un filone di ricerca e dibattiti del Centro: il valore della Resistenza e lo spirito antifascista della Costituzione della Repubblica Italiana. 

In particolare, pongo in rilievo la conferenza dello scorzo 27 aprile, intitolata: “Antifascismo come perdono” ( https://www.youtube.com/live/C7keO-eAMmE?si=p24o13RJDH01GXVH ). Infatti, solo la ricerca storica e l’ascolto di testimonianze autentiche possano aiutare le parti, tutte le parti, a pensare di poter fare gesti di perdono. Il focus è sul cosiddetto “doppio gioco” in seno alla Resistenza al nazifascismo. Le fonti – di archivio e su riviste rare – consentono di delineare un quadro inedito di complicità ed episodi scabrosi che gettano ulteriore ombra sui fati successivi l’Armistizio dell’8 settembre del 1943, atti inconfessabili e secondo alcuni da dimenticare come i troppi Ebrei dimenticati, i partigiani “giustiziati” da altri partigiani, ecc. Inoltre, in ambito clericale milanese, si segnala la circolazione continua di documenti falsi (dichiarati tali sin dagli anni ‘80), che, però, hanno favorito la mitizzazione di due curiali, acuendo il problema.

Gli studi e le riflessioni in vista dell'80° della Resistenza mi hanno fatto molto pensare e mi permetto di richiamare l’attenzione sullo statuto dell'APAC: https://anpcnazionale.com/wp-content/uploads/2012/03/statuto-anpc.pdf  

Gli studi e le riflessioni in vista dell'80° della Resistenza lasciano affiorare anche lo Statuto dell'ANPC – Associazione Nazionale per Partigiani Cristiani ( https://anpcnazionale.com/wp-content/uploads/2012/03/statuto-anpc.pdf ) – il quale, ci consente di tornare sul senso della lettera C sciolta dalla parola Cristiani  perché è sempre nell'ottica del primo ‘900, quando in Italia si ignoravano i cristiani non cattolici. Ovvero, l'aggettivo "Cristiano" si aggiungeva – e si continua ad aggiungere – ogni volta che si metteva in campo una iniziativa semplicemente cattolica, legata la clero, beneficiando, almeno formalmente, di cappellani nominati dai Vescovi. 

Lo scrivente è iscritto nelle liste dell'ANPC solo dal 2012, quando era ancora Segretario Bartolomeo Ciccardini ( Cerreto d'Esi, 30 settembre 1928 – Roma, 12 giugno 2014) , detto Bartolo. Uno dei testimoni della generazione immediatamente successiva a quella che la Resistenza che continuava a vivere con l’etica di vita di chi l’Italia l’aveva liberata. Lo scrivente, invece, solo tardivamente ha aderito all’Associazione perché in giovane età, ancora studente antifascista era convinto che le associazioni dei partigiani non potessero sopravvivere ai partigiani stessi.

 

Durante la Prima Repubblica, la "sottigliezza" che evoca la lettera “C” non ebbe alcuna rilevanza, come dicevano molti: «la Resistenza è rossa non DC». Ora, però, sull’aggettivo si deve meditare. Tra le diverse iniziative che hanno aperto alle differenze polisemiche dell’aggettivo cristiano siamo a illuminarne due molto importanti: la prima, l’insegnamento della Religione cattolica nella Scuola italiana. Inseguito al Concilio Vaticano II è stata posta la questione delle differenze in seno al Cristianesimo con inedito rispetto. La seconda, l'Associazione "Rosa Bianca" – di cui lo scrivente è cofondatore in Italia – ispirata all’iniziativa del compianto Paolo Giuntella, perché ha offerto una molteplicità di occasioni d'incontro per conoscere e imparare a considerare le diverse denominazioni cristiane.

Non resta che attendere il congresso dell'ANPC per l'80° della Resistenza, per porre in quella sede in modo opportuno la questione della lettera C per comprendere lo spettro variegato dell’unione di tutte le forze resistenziali in una sorta di nuovo e unitario “Corpo Volontari della Libertà” di cui, non a caso, ad oggi non è stato celebrato l’80° nella città dove è sorto.

Nessun dubbio sulla partecipazione del mondo evangelico alla Resistenza in molte aree del nord Italia a cominciare dalle Valli Valdesi. Vi sono però due fatti attuali che vorrei proporre alla Vostra attenzione. Il primo si può trovare nelle biografie dell’assidua lettrice di Jane Revere Burke e Mary Baker Eddy, l'americana Telma Hauss e in quella di Cesare Lorenzi. Entrambe sono state inserite, tra altre coerenti col titolo, nell’agile pamphlet su: "La Resistenza cattolica Milano 1943-1945” (si veda una recensione al link  https://www.famigliacristiana.it/articolo/la-liberazione-dei-cattolici-una-storia-di-carita.aspx ). La seconda novità fa, invece, capo ad una mia ricerca altrettanto milanese. 

Un protestante tra i nove giovani partigiani fucilati a "Campo G. B. Giuriati" di Milano il 14 gennaio 1945. Tra le diverse centinaia di documenti consultabili sulla Resistenza se ne può leggere uno poco considerato, pur essendo stato scritto su richiesta dell'Arcivescovo Cardinal Montini nel 1961.

Si tratta della relazione del cappellano del carcere milanese di San Vittore sulle condanne a morte eseguite tra gli anni 30 e il 1946. Monsignor Pontiggia - già parte dei vertici del Clero durante il Ventennio - non è stato ricordato nelle celebrazioni, pur strettamente clericali del 40ennale milanese, così pure nel successivo volume di "Memorie …" che venne inviato a tutte le parrocchie. Tra le tante descrizioni precise che Monsignor Pontiggia fece sulle condanne a morte nelle quali è stato coinvolto, in particolare c’è quella di un protestante ( https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Milano_Campo_Giuriati_14_gennaio_1945.pdf ) : « Qualcuno volle subito confessarsi e l'accontentai. Altri avrebbero provveduto il giorno dopo e mantennero la parola ad eccezione di uno che essendo di religione evangelica , volle solamente pregare e leggere il libro del Vangelo che gli avevo procurato »,  testimonia il Cappellano nelle sue note .  

 

Mi permetto di chiedere aiuto a tutti i lettori per l’individuazione dei familiari del giovane protestante per poter verificare con loro, in forma privata anzitutto (con o senza di me ovviamente pur restando disponibile a fornire dettagli come le rispettive vie di abitazione dei nove partigiani), se avessero piacere a ricordare anche questa parte della sua biografia nella prossima celebrazione dell’80° della fucilazione, ma anche in altri studi in corso sul glorioso Fronte della Gioventù quello vero. 

 

Claudio Consonni

Claudio Consonni

Docente di scuole medie superiori di Religione e giornalista, laureato in Scienze Politiche e Scienze Religiose, ricercatore sulla Resistenza.

Nonno a tempo pieno dal 2023.

Indirizzo di posta elettronica: claudio@consonni.info

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