La Resistenza Riscoperta: Un Valdese tra i Fucilati del Fronte della Gioventù
La ricerca storica ha fatto luce su un'importante verità: era Roberto Ricotti il valdese, comandante di settore del Fronte della Gioventù a Milano, tra i nove fucilati del 14 gennaio di ottant'anni fa. Il risultato è frutto della collaborazione con Claudio De Biaggi dell'ANPI e Leonardo Visco Gilardi dell'ANED, studiosi la cui passione per la Resistenza e la deportazione è stata determinante.
Questo contributo si inserisce nel filone di dibattiti promosso dal Centro Evangelico di Cultura sul valore della Resistenza e sullo spirito antifascista fondativo della Costituzione italiana. Come evidenziato nella recente conferenza "Antifascismo come perdono," solo una ricerca storica rigorosa e l'ascolto di testimonianze autentiche possono favorire una matura riflessione sul perdono tra le parti.
La storia della Resistenza, tuttavia, è anche un complesso crocevia di "doppio gioco" e di pagine scabrose. Le fonti – d'archivio e su riviste rare – delineano un quadro inedito di complicità ed episodi inconfessabili, come gli Ebrei dimenticati o i partigiani "giustiziati" da altri partigiani. Tali fatti gettano ulteriore ombra sugli eventi successivi l'Armistizio dell'8 settembre 1943.
La Questione della "C" nello Statuto dei Partigiani Cristiani
È in questo contesto che si riaccende l'analisi sullo Statuto dell'ANPC – Associazione Nazionale Partigiani Cristiani. L'aggettivo "Cristiano," spesso aggiunto per connotare iniziative semplicemente cattoliche legate al clero, solleva un interrogativo cruciale.
In Italia, storicamente, si tendeva a ignorare i cristiani non cattolici. L'aggettivo "Cristiano" veniva impiegato nell'ottica del primo Novecento, beneficiando di una tacita omologazione. Se durante la Prima Repubblica tale sottigliezza non ebbe rilevanza – in quanto molti affermavano che la Resistenza fosse essenzialmente "rossa" e non "DC" – oggi sull'aggettivo si deve meditare.
La necessità di illuminare lo spettro variegato delle forze resistenziali è ormai un imperativo. Tra le iniziative che hanno riconosciuto le differenze polisemiche dell'aggettivo cristiano, spicca l'Associazione "Rosa Bianca" (di cui l'autore è cofondatore in Italia), che ha promosso occasioni d'incontro per conoscere le diverse denominazioni cristiane, in continuità con l'inedito rispetto nato dopo il Concilio Vaticano II.
Una Testimonianza Protestante nella Storiografia Milanese
La partecipazione del mondo evangelico alla Resistenza nel Nord Italia, a partire dalle Valli Valdesi, è fuori discussione. Tuttavia, due fatti attuali meritano attenzione, specialmente a Milano.
La prima è l'inclusione di biografie come quelle della lettrice di Mary Baker Eddy, l'americana Telma Hauss, e di Cesare Lorenzi, nell'agile pamphlet sulla Resistenza cattolica milanese 1943-1945.
La seconda e più significativa novità deriva dalla ricerca che ha identificato Roberto Ricotti. Un documento poco considerato, ma di estremo valore – la relazione del cappellano del carcere milanese di San Vittore sulle condanne a morte, scritta su richiesta del Cardinal Montini nel 1961 – conferma la sua identità.
Monsignor Pontiggia, il cappellano, pur essendo stato parte dei vertici clericali, testimonia con precisione il dramma dell'esecuzione. Nelle sue note si legge: «Qualcuno volle subito confessarsi e l'accontentai. Altri avrebbero provveduto il giorno dopo e mantennero la parola ad eccezione di uno che essendo di religione evangelica, volle solamente pregare e leggere il libro del Vangelo che gli avevo procurato.»
Questa testimonianza offre un inquadramento storiografico inedito, confermando la presenza protestante in un contesto prevalentemente cattolico. La prossima celebrazione dell'80° della fucilazione sarà l'occasione per onorare questa figura e per avviare ulteriori studi sul glorioso Fronte della Gioventù e sulle diverse anime che compongono la memoria della Resistenza.
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