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Partigiani cristiani o partigiani cattoli

Partigiani cristiani o partigiani cattoli

Sono grato alla Redazione del sito internet del Centro Evangelico di Cultura in Sondrio per la cordiale ospitalità a questo nostro lavoro. Inoltre, per la passione che nutro nella ricerca storica e nel suo metodo desidero esprimere parole di schietto ringraziamento per il prof. Giorgio Vecchio (mio docente negli anni della formazione) sia per il Decano della Facoltà Valdese di Teologia, Professor Lothar Vogel, conoscenza recente - quest’ultimo - da quando cioè sono pensionato e ho avuto il tempo di intraprendere ricerche sul tempo 1943-1945, studiando su libri, riviste rare e in archivi, nonostante la mia condizione di nonno.

Il presente contributo si inserisce in un filone di ricerca e dibattiti del Centro: il valore della resistenza e lo spirito antifascista della Costituzione della Repubblica Italiana. 

In particolare, pongo in rilievo la conferenza dello scorzo 27 aprile, intitolata: “Antifascismo come perdono”. Infatti, solo la ricerca storica e l’ascolto di testimonianze autentiche possano aiutare le parti, tutte le parti, a pensare di poter fare gesti di perdono. Il focus è sul cosiddetto “doppio gioco” in seno alla Resistenza al nazifascismo. Le fonti – di archivio e su riviste rare – consentono di delineare un quadro inedito di complicità ed episodi scabrosi che gettano ulteriore ombra sui fati successivi l’armistizio dell’8 settembre del 1943, atti inconfessabili e secondo alcuni da dimenticare come gli ebrei dimenticati, i partigiani “giustiziati” da altri partigiani. Inoltre, in ambito clericale milanese, segnala la circolazione continua di documenti falsi (dichiarati tali sin dagli anni 80), che però hanno favorito la mitizzazione di due curiali, acuendo il problema.

 

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Partigiani cristiani e/o partigiani cattolici?

 

Gli studi e le riflessioni in vista dell'80° della Resistenza mi hanno fatto molto pensare e mi permetto di richiamare l’attenzione e condividere il seguente testo statutario pubblico https://anpcnazionale.com/wp-content/uploads/2012/03/statuto-anpc.pdf  

 

La C di ANPC è erede di APC, sempre nell'ottica del primo ‘900, secondo la quale in Italia si ignoravano i cristiani non cattolici. L'iniziale C dell'aggettivo "Cristiano" si aggiungeva ogni qualvolta si metteva in campo una iniziativa semplicemente cattolica e sottomessa alla gerarchia beneficiando, almeno formalmente, di cappellani nominati dai Vescovi. 

Anche in articoli recenti nella sigla dell’Associazione la “C” viene interpretata ed esplicata come "cattolici" anziché "cristiani", senza alcuna precisazione.

 

Sono iscritto all'ANPC dalla Presidenza di Bartolomeo Ciccardini ( Cerreto d'Esi, 30 settembre 1928 – Roma, 12 giugno 2014) perché da studente antifascista ero convinto che le associazioni dei partigiani non potessero sopravvivere ai partigiani stessi, mentre Bartolo, così si faceva chiamare, era più giovane di mio padre e poteva solo condividere gli ideali della Resistenza. 

Senza far tanto caso alla "sottigliezza" della “C” ho avuto ampia e significativa corrispondenza con Bartolo sullo slogan: “la Resistenza è rossa non DC” che mi ha portato a non vergognarmi mai di questa adesione a differenza, purtroppo, di altre.

 

Tornando alla “C” ho scoperto e maturato nei miei decenni di insegnamento di Religione cattolica nelle scuole, tutti dopo il Concilio Vaticano II, le differenze in seno al Cristianesimo e con esse il rispetto dovuto.

 

L'Associazione "Rosa Bianca" che ho avuto l'onore di contribuire a fondare in Italia per iniziativa e guida del compianto Paolo Giuntella ha offerto una molteplicità di occasioni d'incontro per conoscere e imparare a considerare le diverse denominazioni cristiane.

 

Se e quando ci sarà un congresso dell'ANPC dopo l'80° della Resistenza, oltre ad una opportuna riflessione sull’unione di tutte le forze resistenziali in una sorta di nuovo e unitario “Corpo Volontari della Libertà” di cui, non a caso, ad oggi non è stato celebrato l’80° nella città dove è sorto, porrò la questione della “C”.

 

Orbene vi sono due fatti attuali che vorrei proporre alla Vostra attenzione. Il primo si può trovare nelle biografie dell’assidua lettrice di Jane Revere Burke e Mary Baker Eddy, l'americana Telma Hauss e in quella di Cesare Lorenzi. Entrambe sono state inserite, tra altre coerenti col titolo, nell’agile pamphlet su: "La Resistenza cattolica Milano 1943-1945” (si veda una recensione al link https://www.famigliacristiana.it/articolo/la-liberazione-dei-cattolici-una-storia-di-carita.aspx ). 

 

La seconda novità fa invece capo ad una mia ricerca altrettanto milanese. Un protestante tra i nove giovani partigiani fucilati a "Campo G. B. Giuriati" di Milano il 14 gennaio 1945. Tra le diverse centinaia di documenti che vado consultando in Milano e non solo sulla Resistenza ne ho trovato uno che pare sia stato poco considerato pur essendo stato scritto su richiesta dell'Arcivescovo Cardinal Montini nel 1961.

 

Si tratta della relazione del cappellano del carcere milanese di San Vittore sulle condanne a morte eseguite tra gli anni 30 e il 1946. Monsignor Pontiggia - già parte dei vertici del Clero durante il Ventennio - non è stato ricordato nelle celebrazioni, pur strettamente clericali del 40ennale milanese, così pure nel successivo volume di "Memorie …" che venne inviato a tutte le parrocchie. Tra le tante descrizioni precise che Monsignor Pontiggia fece sulle condanne a morte nelle quali è stato coinvolto, in particolare c’è quella di un protestante ( https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Milano_Campo_Giuriati_14_gennaio_1945.pdf ).  

 

Le parole del Cappellano: « Qualcuno volle subito confessarsi e l'accontentai. Altri avrebbero provveduto il giorno dopo e mantennero la parola ad eccezione di uno che essendo di religione evangelica , volle solamente pregare e leggere il libro del Vangelo che gli avevo procurato ».  

 

Mi permetto di chiedere aiuto a tutti i lettori per l’individuazione dei familiari del giovane protestante per poter verificare con loro, in forma privata anzitutto (con o senza di me ovviamente pur restando disponibile a fornire dettagli come le rispettive vie d abitazione dei nove partigiani), se avrebbero piacere a ricordare anche questa parte della sua biografia nella prossima celebrazione dell’80° della fucilazione ma anche in altri studi in corso sul glorioso Fronte della Gioventù quello vero, non quello del neo ministro.  

 

Claudio Consonni  

domenica 8 settembre 2024  

claudio@consonni.info  


 

 

Claudio Consonni

Claudio Consonni

Docente di scuole medie superiori di Religione e giornalista, laureato in Scienze Politiche e Scienze Religiose, ricercatore sulla Resistenza.

Nonno a tempo pieno dal 2023.

Indirizzo di posta elettronica: claudio@consonni.info

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