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Dichiarazione teologica di Barmen - Barmer theologische Erklärung

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Dichiarazione teologica di Barmen - Barmer theologische Erklärung

Dichiarazione teologica di Barmen è il fondamento teologico della Chiesa confessante sotto il nazismo (29 maggio 1934), fu scritta da Karl Barth è rimane una delle contromisure più eloquenti nell'ora cruciale date dalla Chiesa allo Stato Nazi-fascista.

  1. “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”(Giov. 14,6). “In verità, in verità vi dico: chi non entra nella stalla delle pecore per la porta, ma da qualche altra parte, quello è un ladro e un assassino. Io sono la porta: chi entra attraverso di me, sarà salvo” (Giov. 10,1.9).

 

Gesù Cristo, così come ci viene attestato nella Sacra Scrittura, è l’unica parola di Dio. Ad essa dobbiamo prestare ascolto; in essa dobbiamo confidare e ad essa dobbiamo obbedire in vita ed in morte.

 

Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa, a fianco e al di là di questa unica parola, potrebbe e dovrebbe usare come base della propria predicazione anche altri eventi e forze, figure e verità, riconoscendo loro il carattere di rivelazione di Dio.

 

  1. “Gesù Cristo ci è stato fatto da Dio sapienza e giustizia e santificazione e redenzione“ (I Cor. 1.30).

 

Come Gesù Cristo rappresenta la grazia senza condizioni del perdono di tutti i nostri peccati, così, con uguale serietà, egli è l’espressione della forte pretesa che Dio fa valere nei confronti di tutta la nostra vita. Per mezzo suo ci accade di sperimentare una felice liberazione dagli empi legami di questo mondo per un libero, riconoscente servizio alle sue creature. 

 

Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui ci sarebbero settori della nostra esistenza nei quali non apparteremmo a Gesù Cristo ma ad altri signori; settori, in cui non ci sarebbero necessarie la sua giustificazione e la sua santificazione.

 

  1. “Siate al servizio della verità nell’amore e in tal modo crescete sotto ogni aspetto verso quello che è il capo, Cristo, a partire dal quale tutto il corpo è collegato insieme” (Efes. 4, 15-16).

 

La chiesa cristiana è la comunità di fratelli in cui Gesù Cristo nella parola e nel sacramento mediante lo Spirito Santo agisce in modo presente come il Signore. Essa ha da testimoniare con la sua fede come con la sua obbedienza, con il suo messaggio come con il suo ordinamento, in mezzo al mondo del peccato come chiesa dei peccatori perdonati, che essa è soltanto sua proprietà e che vive e desidera vivere soltanto della sua considerazione e della sua direttiva, nell’attesa della sua manifestazione.

 

Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui chiesa potrebbe lasciar determinare la forma proprio messaggio e del proprio messaggio e del proprio ordinamento da proprie preferenze o dal variare delle convinzioni ideologiche e politiche di volta in  volta dominanti.

 

  1. “Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così tra voi; anzi, chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà il vostro servitore” (Matteo 20, 25-26).

 

I diversi ministeri nella chiesa non legittimano alcuna supremazia degli uni sugli altri, bensì sono alla base dell’esercizio del servizio affidato e comandato a tutta la comunità.

 

Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa potrebbe darsi o permettere che le vengono dati dei capi di tipo particolare muniti di autorizzazione all’esercizio di un potere che esula dal servizio stesso della chiesa.

 

  1. “Temete Iddio, rendete onore al re” (I Pietro 1, 17).

 

La scrittura ci dice che lo stato, per divina disposizione, nel mondo non ancora redento, nel quale anche la chiesa si trova, ha il compito – per quanto rientra nelle prospettive e nelle possibilità umane e senza escludere la minaccia e l’uso della forza  - di provvedere al diritto e alla pace. La chiesa, con gratitudine e timore verso Dio, riconosce il beneficio di questa diposizione divina. Essa fa appello al regno di Dio, al suo comandamento ed alla sua giustizia e perciò ricorda ai governanti ed ai governati le loro responsabilità. Essa si affida ed obbedisce ala potenza della parola e mediante la quale Dio regge ogni cosa.

 

Respingiamo la falsa dottrina seconda cui lo stato, al di là del suo compito particolare, dovrebbe e potrebbe diventare il solo e totale ordinamento della vita umana tanto da assolvere anche funzione cui è destinata la chiesa. Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa, al di là del suo compito particolare, dovrebbe e potrebbe attribuirsi caratteri, compiti e dignità propri dello stato, tanto da diventarne essa stessa uno degli organi.

 

  1. “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28,20). “ La parola di Dio non è incatenata” (II Tim. 2,9).

 

Il compito della chiesa, fondamento della sue libertà, consiste nel rivolgere a tutto il popolo, luogo di Cristo e dunque a servizio della sua parola e della sua opera, per mezzo della predicazione e dei sacramenti, la notizia della libera grazia Dio.

 

Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa, agendo con umana arroganza, potrebbe porre la parola e l’opera del Signore al servizio di qualche desiderio, obbiettivo o piano, corrispondente alle sue autonome scelte.

 

“Verbum Dei manet in aeternum”.

Emanuele Campagna

Emanuele Campagna


Direttore del Centro Evangelico e insegnante di lettere presso la scuola secondaria di Primo Grado